14:31 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
Un pomeriggio decisamente orrendo. Per le vie della cittadina
pedemontana infuria la tempesta, anche se non accompagnata dallo spirare
impetuoso del vento come sempre accade. I sottili arabeschi dei lampi
percorrono come brividi di luce la volta oscura del cielo prima che il
ruggito rabbioso e prepotente del tuono si faccia sentire, rimbombando
come un eco sordo nelle strade e facendo tremare il castello fin dentro
le fondamenta. Talesin si trova nel proprio Studio, dove è appena
entrato: tiene l’avambraccio sinistro allacciato al polso col destro,
dietro la schiena, mentre il volto imperscrutabile fissa atono una scena
di guerra su un arazzo. Il volto è pallidissimo, in netto contrasto
con la fluente chioma corvina.
14:32 Ainley [CFN - Scale>Sala]
Scende l'ultima rampa di scale, le scarpe che, con la suola di morbido
cuoio, producono uno scalpiccio talmente fiebile da venir sovrastato
dallo scrosciare della tempesta oltre quelle mura. Una volta posati ambo
i piedi sul pavimento dell'ampia sala del pian terreno - quella che
funge da atrio e collegamento alle varie ale del castello - la biondina
si volta per cercar con lo sguardo la propria volpe. Ardet,
quell'ammasso di pelo rossiccio al cui collo spicca nera la bandana di
cotone, si immobilizza in quel momento, lì sulla sommità dell'ultima
rampa, tendendo le orecchie in risposta all'inizio del brontolio di uno
dei tuoni che continuano a susseguirsi nel cielo di Leah. Un tuono che
oltre a penetrare nella spessa pietra del castello, nel momento in cui
raggiunge la sua maggior intensità, induce la volpe a schizzar giù dalle
scale per saltare con slancio in braccio alla padrona. L'Aquila, presa
di sorpresa, fa a malapena in tempo a protender le braccia prima
di ritrovarsi a sorreggerne il peso sul proprio petto, facendo un mezzo passo indietro a causa dello slancio { .. ehi .. } esclamazione non troppo forte in verità, quella che le esce dalle labbra, e carezzandone il pelo tenta di calmare la bestiola.
14:36 Valthiar [ CFN – Ingresso ]
E’ un po’ come un ritorno a casa. Diverso. Strano. Troppo emozionante
perché possa essere spiegato semplicemente a parole. Ogni passo è un
battito secco del cuore, scandito nel petto con violenza. Non bastano i
tuoni forti nel cielo a smorzarne l’eco che spinge nelle orecchie con la
forza di un tamburo di guerra. Sperava, credeva più che altro, di
tornarci normalmente. Così, per confessarsi, per parlare, per dire
semplicemente “sono qui”. Attraversa, invece, una zona deserta e
riempita, al margine, dalla sottile presenza di ombre di guardia,
soffuse dalla nebbiolina che si alza dal terreno per tutta la pioggia
che sta abbattendosi sulla Città. Inspira ed espira, tenendo il capo
basso ed il cappuccio ben calcato sul viso. Il ticchettio delle gocce
sul mantello è ritmico, costante, ma l’acqua scivola via cedendo
all’impermeabilità della stoffa senza bagnare gli abiti. I piedi
trascinano residui di fango, cosa che renderà l’ingresso al Castello
decisamente scomodo e “sporco”. Sono tutti pensieri, comunque, che sfumano
nell’attimo in cui quelle due sole presenze, del tutto trascurabili,
diventano un ostacolo tangibile alla sua avanzata. Rallenta, inspirando
ancora una volta. E tentenna. Una pausa curiosa, li immobile e frustato
dal tempaccio. Poi, schiarendosi la voce, chiarisce alle Guardie le
proprie intenzioni. [ Ho bisogno di conferire con la Leggenda Telrunya. ] una voce senza arroganza, lenta e cauta. [ Porto notizie di sua moglie. ]
forse è questo l’incentivo a farsi introdurre, se non altro per quel
pizzico di interesse che dovrebbe suscitare. Degli occhi si intravede un
barlume solamente, il viso nascosto in gran parte dall’ombra del
cappuccio. Allarga le braccia per mostrare la totale assenza di armi; se
sarà il caso si farà perquisire, senza batter ciglio. Insomma, diciamo
che se lo aspetta.
14:47 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
Una guardia si affaccia, dopo aver bussato alla porta dello Studio e
annuncia lo sconosciuto che porta “notizie della moglie”. Le non c’è
evidentemente. Sente come se il cuore cadergli in un gorgo nero, mentre
se è possibile il pallore diviene ancora più accentuato. Le pupille si
spalancano mentre non riesce a non deglutire. Ha un groppo in gola
enorme. E’ con un pallido filo di voce strozzata che riesce appena a
dire [fatelo entrare al più presto] dimentica ogni cautela, tutto. Gli interessa solo sapere ora.
14:52 Ainley [CFN - Sala Principale>Ingresso]
Il rimbombo è passato e la mezzelfa si china dopo aver effettuato
qualche passo verso il centro dell'ampia sala per far scendere Ardet per
terra. Un'ultima grattata dietro una delle orecchie a punta bordate di
nero, prima di rialzarsi in eretta postura su ambo le gambe. Ha i lunghi
capelli chiari raccolti in quella solita coda alta, pendenti sin poco
sotto al di lei fondoschiena. Indossa una camicetta bianca, pulita,
sovrastata da un corsetto nero che le cinge il busto sottolineando la
curva dei finchi. Le lunghe gambe son avvolte in un paio di pantaloni,
anch'essi bianchi, sopra i quali la cinta d'arme spicca di un castano
scurissimo. Alla stessa, i foderi ad intrecciarsi ad altezza dei lombi,
le due spade corte le cui impugnature le sbucano ai lati dei rispettivi
fianchi. Sta per avviarsi in direzione dell'arena quando, nonostante la
pioggia, il passo affrettato della guardia che sta tornando giù dallo
studio di Talesin la distrae inducendola a volger lo sguardo sulla sua figura che le passa praticamente
davanti. Lei non lo ferma, ma inarca un sopracciglio su quel viso
segnato di occhiaie per poi decidersi e seguirne con fare più calmo il
passo. Si fermerebbe pertanto sulla soglia dell'ingresso, subito dietro i
militi, per poter assistere a quanto sta accadendo.
14:59 Valthiar [ CFN > Verso Studio ]
Ha la pazienza di aspettare l’allontanamento della Guardia e, nel
silenzio della propria mente, ripetere la storia che ha dovuto pensare
per giorni interi. La verità è che il problema maggiore potrebbe
giocarglielo il cuore, quello che batte ancora per sentimenti che,
chiaramente, non sono ancora sopiti. Si tortura le labbra, guardando la
punta dei propri stivali infangati come se non ci fosse niente altro di
più interessante al Mondo. Poco dopo, però, percepisce un brusio
concitato nei pressi della porta. Quando rialza lo sguardo incrocia il
cenno del soldato a dargli il permesso di avanzare. Abbassa il cappuccio
non appena è al riparo, armeggiando con le dita per sganciare l’attacco
del mantello sotto al collo, raccandolo per sistemarlo su un braccio
evitando, se non altro, che la scia umida della pioggia diventi un
percorso fin troppo evidente. Non è ancora concentrato a sufficienza ed
ecco perché nel guardarsi attorno, piuttosto distrattamente, coglie nel proprio campo visivo un volto. Una sensazione. Un
colore biondastro che si nota prima ancora di tutto il resto. La testa
si gira molto lentamente nella sua direzione, un’occhiata che sembra
passeggera ma che, in un lampo, descrive una sorta di dolorosa sorpresa.
La mascella si irrigidisce, esponendo con un guizzo i nervi del collo.
Durerà un secondo solamente, niente di più, sostituendo la rigidità con
un sorriso sottile, contenuto. Prosegue comunque dietro ai militari, un
passo di distanza da loro. Non sembra aver fretta ma, d’altronde, non va
nemmeno come una lumaca apposta. Preferisce non guardarsi più attorno,
evitando di focalizzare la propria attenzione sul Salone o su qualsiasi
altra cosa che ridefinisca tutto quel Castello come casa sua. Salirà poi
le scale, al ritmo deciso dalla propria scorta, fin a fermarsi di
fronte all’ingresso dell’Ufficio come se aspettasse un invito ulteriore
ad entrare. Forse è questa la parte peggiore, quella che rende il sangue gelato ed il viso pallido e stanco. Vedere lui. Vedere Talesin.
15:11 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
E’ quando la porta si spalanca che può vedere quell’elfo altissimo,
molto più del normale tanto da sembrare più un umano nella statura.
Cerca di ricomporsi l’elfo mentre ne studia i lineamenti, con quegli
occhi sorprendentemente simili a quelli del proprio mentore, Nalion. [Entrate, accomodatevi]
lo invita cercando con tutte le proprie forze di mantenere un contegno
che per ora gli impegna tutte le forze nervose possibili, ma colui che
fu Nehinend potrà intuire una cosa che non ha mai visto negli occhi
della Leggenda. Spavento, uno spavento tale che fa sì che la voce
risulti tremolante, il respiro coro. Deglutisce e deglutisce ancora una
volta, come se potesse così ingoiare quel groppo che lo soffoca. [Non
mi interessa come vi chiamate, chi siete e tutto il resto, evitiamo i
panegirici. Avete notizie di mia moglie avete detto. Perché lei non è
qui?]
15:13 Ainley [CFN - Ingresso>Scale>Studio]
Uno sguardo, quel sorriso sottile e poi lo sconosciuto passa oltre. La
mezzosangue ne segue con lo sguardo l'incedere prima di rivolger bassa
domanda alla guardia rimasta lì alla porta { .. chi è ? } seria.
Quand'egli le spiega che si tratta di una visita a Talesin riguardo la
moglie, la biondina non ha alcun indugio. Richiama Ardet con un basso
fischio prima di puntare sulla rampa di scale secondaria. Una sorta di
scorciatoia, non dovendo attraversare di nuovo la sala principale per
arrivare al secondo piano, che sale di corsa con falcate che comprendono
due gradini alla volta. Non dovrebbe aver alcuna difficoltà nel
sopraggiungere, un po' affannata ma non priva di contegno, alla porta
dello studio del padre proprio mentre l'elfo ne sta varcando la soglia.
Così sgattaiolerebbe all'interno subito dopo, bloccando il richiudersi
del legno poco prima dello scatto della serratura. Una leggera pressione
e dovrebbe riuscire ad allargare il passaggio quanto basta per scivolar oltre lo stesso, Ardet ancor più furtivo
di lei nel far altrettanto un attimo prima che la porta si richiuda
definitivamente. Il tutto in tempo per udire le parole che la Leggenda
rivolge al messaggero.
15:14 Ainley usa abilità: Armi e protezioni leggere
15:15 Ainley usa abilità: Agilità equestre lv1
15:18 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ]
Gli sembra di essere diventato improvvisamente di pietra. Le gambe non
rispondono agli ordini del cervello e, sebbene l’invito della Leggenda
giunga puntuale, così come l’occhiata, lui si mette qualche secondo a
reagire come dovrebbe azzardando il primo passo oltre la soglia aperta
dell’Ufficio. Il profumo, l’odore di ogni cosa all’interno della stanza
lo investe rapidamente come uno schiaffo. I ricordi sono li, ad
affiorare uno per volta in una sequenza di flashback da togliere il
fiato. Sta ancora stringendo il mantello con entrambe le mani ed è per
quello che il biancore delle nocche può essere celato dalla stoffa,
senza tradire quella prima –ovvia- reazione. Poi, prima ancora di aprire
bocca, percepisce come un soffio di aria alle proprie spalle. E’ un
movimento, perfettamente agile e sciolto. Ha il tempo di girarsi appena,
quando basta per sbirciare oltre la propria spalla la giovane
figliastra. Un contatto uguale al precedente, un indugio veloce sui suoi occhi verdi. Infine torna su di lui, sul marito. O,
almeno, quello che era quando lui era una donna. Il problema di fondo è
l’amore che le brucia ancora il cuore; la coscienza non è stata
annichilita, non ancora, ed ogni emozione diventa difficile da
nascondere. Prende un grosso respiro, raddrizzando la schiena. La pausa è
lunga, esasperante, ma quando parla la voce ha la cadenza di un
mormorio contenuto. [ Vostra moglie non tornerà. ] una verità
scottante che rende la gola asciutta ed il sudore una carezza gelata. Il
viso trasmette una certa rigidità, un contegno che ugualmente non
riesce a contenere. Resta però in piedi, spalle alla porta, a poco più
di un metro dalla scrivania. [ E’ intrappolata.. altrove. ]
un’aggiunta che si sente di dover fare, tanto per dargli più dettagli.
Il desiderio, che schiaccia le labbra come un bacio, è quello di
potergli dire tutto. Ogni cosa. Qualsiasi cosa. E’ la paura a frenarlo, a
renderlo tanto inquieto ed irrequieto quanto serio. Forse parlare meno può aiutare.. oppure tacere peggiorerà solo
la situazione. Quel che è sicuro è che per ora non aggiunge altro,
attende solo di veder sparire quella prima traccia di spavento che ha
intravisto nei suoi occhi. Preferirebbe vedere rabbia, collera,
piuttosto che quello. Il groppo alla gola stringe immancabilmente il
respiro.
15:30 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
E’ solo un sospiro, che si soffoca a metà a quelle parole, prima che
l’energia nervosa che l’aveva sostenuto sin’ora abbia la peggio. Non
dice nulla, non una parola. Porta le mani alle tempie che sente pulsare,
mentre sente come se una mano galata gli stringesse il cuore fino a
farglielo scoppiare. Cade in ginocchio come un giocattolo rotto uno di
quei burattini a cui hanno spezzato la schiena. Il corpo è percorso da
un tremito univoco, ininterrotto, mentre i polpastreli vengono portati a
stringere la capigliatura appena sopra la fronte tirandola
forsennatamente fino a quando quelle ciocche non rimarranno insanguinate
tra le mani dell’elfo, laddove il sangue comincerà a ruscellare copioso
sul volto pallido, ancora coperto dalle mani, iniziando a gocciolare
sul freddo marmo.
15:37 Ainley [CFN - Studio Talesin]
Un nuovo scambio di sguardi sfuggevole e la mezzosangue, lì dietro,
sposta il peso dall'una all'altra gamba in quell'attesa. Un'attesa che -
anche se effettivamente non eccessiva - appare eterna e forse è questo
che rende ancor più spiazzanti le parole proferite da Valthiar. Non
manca la ragazza, dopo un primo attimo, cogliendo il movimento con la
coda dell'occhio, di avvedersi del crollo emotivo di Talesin.
Immediatamente, come in risposta ad un comando automatico, si sposta non
per aiutarlo a tirarsi su. Si piazza direttamente di fronte all'elfo ad
una distanza di un passo scarso, l'aria corrucciata e lo sguardo di
smeraldo che si fissa negli occhi d'ei diretto e penetrante. Tenta di
bloccargli la visuale, tenta di coprire il genitore in quel suo momento
di debolezza, facendogli scudo con la propria persona, tentando di
attirar su di sé tutta l'attenzione altrui { Intrappolata Dove ? } scandisce chiara quelle due parole, diretta, quasi aggressiva nel proprio modo di fare. Un tono che non ammette null'altro che non sia
una risposta chiara e priva di ambiguità, così come la di lei postura,
leggermente protesa verso ei, le mani che puntellano i fianchi mentre le
gambe son leggermente divaricate.
15:38 Ainley usa abilità: Iniziativa migliorata
15:38 Ainley usa abilità: Intimidire
15:44 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ]
Oh beh, doveva aspettarselo. Vederlo, però, è tutta un’altra cosa.
Prima lo schianto delle ginocchia sul terreno, poi quei tremori evidenti
che lo fanno sussultare. Niente da fare, è una cosa ancora troppo
fresca perché possa ignorarlo. La coscienza vuole che sia il corpo a
muoversi, uno slancio in avanti come se potesse sperare di frenarne la
caduta – gesto frenato, chiaramente, dall’avanzata rapida di Ainley.
Pallido come un lenzuolo, tremante tanto quanto lui. Le lacrime pungono
gli occhi ed è solo perché sbatte rapidamente le palpebre che queste non
scivolano giù lungo le guance. Passa da lui a lei, concentrando il
sospiro in un sibilo carico di disagio. Intimidito, è ovvio. Elabora una
verità che sia accettabile; la storia dal punto di vista maschile, come
lui/lei l’ha vissuta al risveglio. [ Dentro di me. ] ma già alza
le mani per poter prevenire ulteriore domande, per suggerirle una pausa
affinchè sia lui a poter spiegare le cose come stanno. Con i suoi tempi, senza che nessuno gli faccia pressione. [ Stava morendo.. ho dovuto fare qualcosa per aiutarla. L’unica è stata accogliere la sua anima dentro di me.. ] gli offre la visione di quella notte, raccontata con meno dolore e con più razionalità. [ Ho i suoi ricordi. So tutto di voi. Di voi due intendo. ]
ed ecco giustificato quello scintillio nello sguardo, quella
commozione, quel dolore, che non può essere mascherato in alcuna
maniera. [ Ed ho anche i suoi sentimenti. ] reclinando il viso
per guardare lei solamente, più bassa ma non per questo meno minacciosa.
Quel piccolo passo fatto in precedenza diventa una mezza falcata
indietro, decisa a far capire che non ha alcuna intenzione violenta. [ Questo per spiegarvi che.. ] indicando con un cenno il crollo di Talesin, sia fisico che emotivo. [ .. è una cosa che la sta distruggendo. E me, di conseguenza. ] ora sono liberi di fare domande – o di cacciarlo in caso – ma ha chiarito una cosa importante: in qualche modo, almeno per ora, vive ancora.
15:45 Valthiar usa abilità: Improvvisare
15:48 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
E’ un crescendo impressionante, come se tutto il corpo della Leggenda
fosse sconquassato da un dolore devastante, insopportabile che si
esplica con un suono basso, che cresce di intensità fino a diventare un
lamento straziante che sembra promanare direttamente dalle viscere
dall’elfo [nooooooooooOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO], ripetuto
all’infinito, mentre le unghie squarciano la pelle delicata delle
guance, Per l’eccessivo dolore che prova in ogni fibra del corpo non
riesce neanche a piangere a sfogarsi. Le sue uniche lacrime sono quelle
di sangue, che continua a colare vermiglio imbrattando le vesti i
pavimenti. E’ sordo. Non sente nulla di quanto pronunciato da Valthiar,
neanche una parola. Non ne è capace in questo momento.
15:55 Ainley [CFN - Studio Talesin] { Eh ? }
questa la subitanea reazione che la mezzosangue ha alle prime tre
parole dell'elfo. Arriccia la punta del naso mentre le labbra si piegano
in una smorfia. Ma non pone alcuna domanda a senso compiuto. Non ne ha
modo e non solo per il gesto di Valthiar quanto per il suono emesso
successivamente dalla Leggenda. Un lamento di diniego che termina in un
urlo di disperazione. La biondina sussulta voltandosi a metà per gettar
al genitore uno sguardo allarmato. L'atteggiamento minaccioso nei
confronti di Valthiar evapora e, l'occhi spalancati, a malapena riesce a
batter ciglio. Questo prima che la spiegazione di colui che è venuto a
portar notizie le giunga alle orecchie a punta. Di scatto si volta di
nuovo a fissarlo, le labbra leggermente schiuse, corrucciata { Che Cosa ? }
alza il tono adesso, per la prima volta, forse in risposta al chiasso
di Talesin, sul quale ella comunque torna un attimo dopo. Di scatto con
un paio di passi lo raggiungerebbe per inginocchiarglisi davanti e tentare di stringergli con ambo le mani i polsi { .. fermati. Non fare così }
mormorerebbe a lui, cercando di indurlo con la forza a smettere di
ferirsi e allontanarsi le mani dal volto, inflessibile lei ora che le
circostanze lo impongono.
16:03 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ]
Quel lamento è persino troppo. Lo sente crescere nel petto con
l’intensità di una coltellata, forte quanto basta da costringerlo a
premere le mani sulle orecchie, anche se non per attutirne l’eco. Le
palpebre si serrano con forza e, quando lei si allontana, lui di scatto
si gira di lato per non potergli guardare più. Nessuno dei due in
realtà. E’ piange. Silenziosamente, senza tremiti o sussulti. Una cosa
curiosa da vedere, come un uomo si sciolga all’emozione di qualcun
altro. Ma non è così. E’ la propria, quella che è stata fino al giorno
prima. Si sente percorso da un brivido freddissimo che stringe lo
stomaco in una morsa violenta. Il senso di nausea lo coglie impreparato e
tutta quell’ondata di sentimenti e reazioni lo sconvolge a tal punto da
fargli alzare la voce a sufficienza per farsi sentire da entrambi. [ Diamine,…! ] lo slancio di chi vorrebbe dire altro ma che riesce, a stento, a frenare tutto con un colpo di tosse. [ Devo andare via… ho bisogno di andare via.. ]
un mormorio concitato, spento da quelle grida così alte ed
insopportabili. Indietreggia, o almeno ci prova, tanto da poter
raggiungere la porta. Senza preoccuparsi di indossare il mantello, ora
come ora può anche correre sotto la pioggia senza sentire il freddo
sulla pelle. Le dita cercano la maniglia con più concitazione, come se
fosse rincorso dai cani infernali ed avesse poco tempo per scappare. Ha
raccontato quello che doveva alla figliastra, sarà compito suo ripetere
in caso anche al marito. Ora deve solo andare via da li, deve farlo
quantomeno senza guardarsi alle spalle, senza pensare di stare facendo
una boiata. Poi l’illuminazione. [ Ainley! ] un nome pronunciato con impeto, con forza. l’unico problema è che non la guarda. [ Costringilo ad ascoltarmi, ti prego.. ]
cadendo in quella nota dolce che Nehinend non s’era mai fatta mancare.
D’altronde lei è ancora lei, emotivamente trascinata in un vortice che
appare senza fine.
16:13 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
La figlia riesce nel suo intento: riesce a togliere la mani
insanguinate di lui, con ancora le ciocche strappate che si dipanano
sottili tra gli interstizi tra le dita, dal volto della Leggenda, ma
quello che vi potrà leggere è solo una cosa: il vuoto. Non c’è niente lì
dentro. Lo sguardo è fisso nel vuoto. Non c’è più alcun lamento che gli
scuote il corpo. Non c’è nessuno. Gli occhi, di solito brillanti del
fuoco di due stelle buie di fuoco, sono spenti. Dal capo, reclinato
verso il basso, continua a scendere a larghe gocce il sangue, che oramai
ha formato ampie polle in terra.
16:18 Ainley [CFN - Studio Talesin]
Una parte di lei capta l'imprecazione di Valthiar, le sue parole, il
suo tentativo di allontanarsi. Non ha il tempo di reagire tuttavia
prontamente, l'attenzione primaria a Talesin finché non è lo stesso
Valthiar a chiamarla per nome. Un fatto che la lascia senza parole e la
induce a volger il capo verso di lui, l'occhi sbarrati a fissarlo con
incredulità e confusione insieme. Ci impiega un paio di secondi ancora
prima di ritrovar la mobilità del proprio corpo e tornar a fissare il
genitore che ancora sanguina, ma si è lasciato allontanare le mani dal
viso e ora tien lo sguardo verso il basso, la sua espressione vacua sin
troppo evidente { Padre } lo chiama, la voce bassa, confidenziale, cercando di catturarne l'attenzione { .. padre, ascoltalo }
e nel mentre tentando, lasciandogli i polsi di tergergli il viso con i
lembi della manica destra, la camiciola bianca che si tinge di rosso,
così come son già sporchi i pantaloni di lei. Soltanto quando avrà una
prova dell'attenzione paterna, allora si rivolgerebbe, senza voltarsi a guardarlo, all'elfo che un tempo era Nehinend { Chi sei ? } perentoria? Un pochino.
16:27 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ]
Il silenzio che proviene da Talesin è più eloquente di qualsiasi altra
cosa. Lo conosce abbastanza da sapere cosa troverà non appena si girerà
a guardarlo. Un’occhiata veloce, rapida e dolorosamente sorpresa di non
vedere niente. Solo sangue. Tanto, troppo sangue. Le nocche sono ancora
bianche, le dita aggrappate alla maniglia. Ha ritrovato un po’ di
stabilità, un’influenza del tutto mascolina che annichilisce la volontà
femminile di Nehinend. [ Suo cugino.. e Maestro. ] solo perché ha
scelto il nome del cugino vero, rimpiazzando l’identità vissuta.
“Maestro”, invece, ad indicare qualcosa della moglie che Talesin sapeva e
che Ainley, forse, poteva solo immaginare. [ Ora non c’è altro da dire. ] un’aggiunta ulteriore, ferma è sicura – anche se non arrogante. [ Quando tuo Padre si sarà ripreso, e vorrete saperne di più, mi troverete alla Locanda. ] cercando di far scattare la serratura per poter spalancare lentamente l’uscio, senza ancora sparire. Sarà in quel momento che li fronteggerà entrambi, immobile
accanto all’ingresso e con il mantello sostenuto dall’avambraccio; non
gocciola più, in compenso però ha lasciato diverse impronte sul
pavimento. [ Chiedete di me all’Oste. Mi chiamo Valthiar. ] concretizzando la propria vita, quella futura, dopo aver fatto un brusco accenno al passato. [ Sappiate che mi dispiace… ma non c’era altro modo per dirlo. ]
l’accenno di un inchino un po’ troppo rigido, una buona scusa per
abbassare lo sguardo –ancora lucido- fissando imperterrito il pavimento.
Ascolterà eventuali repliche e, poco dopo, andrà a lasciarsi lo Studio
alle spalle, scivolando all’esterno della stanza silenziosamente.
Riprenderà la via per la Locanda poco dopo, distrutto tanto nell'anima
quanto nel corpo. La storia, però, non è ancora finita.
16:37 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin]
Le parole di Ainley non lo raggiungono non riesce a rendersi conto di
ciò che lo circonda. Tutto ha i contorni sfocati di quegli occhi
inespressivi, pieni di sangue. L’unica cosa che fa capire che sia ancora
vivo è il corpo che ondeggia minimamente ma ritmicamente. Per il resto
c’è solo un silenzio assordante che gli è deflagrato nel cervello e che
gli impedisce ogni contatto con l’esterno. Non vede neanche Valthiar
andare, non lo ode. Gli passano davanti solo i momenti felici vissuti
con Nehinend, tutto ciò che tra loro c’era stato e che è andato perso
per sempre, ma è come se fossero cristallizzati, fuori di sé, laddove sa
che ancora lo aspetta un dolore che dovrà scontare. L’ha persa per
sempre e lo dovrà affrontare. Ma dove è ora non c’è spazio per il
dolore, solo per il silenzio e la confortante quiete della morte.
16:42 Ainley [CFN - Studio Talesin]
Qualcosa di non detto, qualcosa di segreto, aleggia fra le poche frasi
che il cosiddetto cugino di Nehinend proferisce in loro direzione.
Tuttavia soltanto al suo ultimo dire volgerebbe di nuovo il proprio
sguardo di quel verde scuro su di lui, su quell'elfo incredibilmente
alto per un appartenente alla sua razza. Non si lascia sfuggire una
parola, ma il messaggio che vuol mandare con quell'occhiata che potrebbe
sembrar sul punto di sprigionare fulmini dovrebbe esser evidente. Non è
finita. E' appena incominciata. E le spiegazioni saranno pretese forse
prima di quanto egli creda. Da Talesin nessun segno, nessuna reazione a
quelle nuove parole dette e la biondina torna a fissarlo. La
preoccupazione che le trapela dallo sguardo tuttavia non le impedisce di
esaminarne lo stato, sia psichico che fisico e soltanto quando ormai il
silenzio è calato del tutto, infranto solo dal rumore della tempesta
che ancor infuria all'esterno, mormorerebbe in un soffio { .. vieni, mettiamoci a letto: devo fasciarti questi graffi } per poi tentare di condurlo, di sostenerlo di peso se necessario, fino al suo letto per prendersene cura come meglio può.