domenica 20 ottobre 2013

Il ritorno di ciò che rimane di Nehinend


14:31 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] Un pomeriggio decisamente orrendo. Per le vie della cittadina pedemontana infuria la tempesta, anche se non accompagnata dallo spirare impetuoso del vento come sempre accade. I sottili arabeschi dei lampi percorrono come brividi di luce la volta oscura del cielo prima che il ruggito rabbioso e prepotente del tuono si faccia sentire, rimbombando come un eco sordo nelle strade e facendo tremare il castello fin dentro le fondamenta. Talesin si trova nel proprio Studio, dove è appena entrato: tiene l’avambraccio sinistro allacciato al polso col destro, dietro la schiena, mentre il volto imperscrutabile fissa atono una scena di guerra su un arazzo. Il volto è pallidissimo, in netto contrasto con la fluente chioma corvina.
14:32 Ainley [CFN - Scale>Sala] Scende l'ultima rampa di scale, le scarpe che, con la suola di morbido cuoio, producono uno scalpiccio talmente fiebile da venir sovrastato dallo scrosciare della tempesta oltre quelle mura. Una volta posati ambo i piedi sul pavimento dell'ampia sala del pian terreno - quella che funge da atrio e collegamento alle varie ale del castello - la biondina si volta per cercar con lo sguardo la propria volpe. Ardet, quell'ammasso di pelo rossiccio al cui collo spicca nera la bandana di cotone, si immobilizza in quel momento, lì sulla sommità dell'ultima rampa, tendendo le orecchie in risposta all'inizio del brontolio di uno dei tuoni che continuano a susseguirsi nel cielo di Leah. Un tuono che oltre a penetrare nella spessa pietra del castello, nel momento in cui raggiunge la sua maggior intensità, induce la volpe a schizzar giù dalle scale per saltare con slancio in braccio alla padrona. L'Aquila, presa di sorpresa, fa a malapena in tempo a protender le braccia prima di ritrovarsi a sorreggerne il peso sul proprio petto, facendo un mezzo passo indietro a causa dello slancio { .. ehi .. } esclamazione non troppo forte in verità, quella che le esce dalle labbra, e carezzandone il pelo tenta di calmare la bestiola.
14:36 Valthiar [ CFN – Ingresso ] E’ un po’ come un ritorno a casa. Diverso. Strano. Troppo emozionante perché possa essere spiegato semplicemente a parole. Ogni passo è un battito secco del cuore, scandito nel petto con violenza. Non bastano i tuoni forti nel cielo a smorzarne l’eco che spinge nelle orecchie con la forza di un tamburo di guerra. Sperava, credeva più che altro, di tornarci normalmente. Così, per confessarsi, per parlare, per dire semplicemente “sono qui”. Attraversa, invece, una zona deserta e riempita, al margine, dalla sottile presenza di ombre di guardia, soffuse dalla nebbiolina che si alza dal terreno per tutta la pioggia che sta abbattendosi sulla Città. Inspira ed espira, tenendo il capo basso ed il cappuccio ben calcato sul viso. Il ticchettio delle gocce sul mantello è ritmico, costante, ma l’acqua scivola via cedendo all’impermeabilità della stoffa senza bagnare gli abiti. I piedi trascinano residui di fango, cosa che renderà l’ingresso al Castello decisamente scomodo e “sporco”. Sono tutti pensieri, comunque, che sfumano nell’attimo in cui quelle due sole presenze, del tutto trascurabili, diventano un ostacolo tangibile alla sua avanzata. Rallenta, inspirando ancora una volta. E tentenna. Una pausa curiosa, li immobile e frustato dal tempaccio. Poi, schiarendosi la voce, chiarisce alle Guardie le proprie intenzioni. [ Ho bisogno di conferire con la Leggenda Telrunya. ] una voce senza arroganza, lenta e cauta. [ Porto notizie di sua moglie. ] forse è questo l’incentivo a farsi introdurre, se non altro per quel pizzico di interesse che dovrebbe suscitare. Degli occhi si intravede un barlume solamente, il viso nascosto in gran parte dall’ombra del cappuccio. Allarga le braccia per mostrare la totale assenza di armi; se sarà il caso si farà perquisire, senza batter ciglio. Insomma, diciamo che se lo aspetta. 
14:47 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] Una guardia si affaccia, dopo aver bussato alla porta dello Studio e annuncia lo sconosciuto che porta “notizie della moglie”. Le non c’è evidentemente. Sente come se il cuore cadergli in un gorgo nero, mentre se è possibile il pallore diviene ancora più accentuato. Le pupille si spalancano mentre non riesce a non deglutire. Ha un groppo in gola enorme. E’ con un pallido filo di voce strozzata che riesce appena a dire [fatelo entrare al più presto] dimentica ogni cautela, tutto. Gli interessa solo sapere ora.
14:52 Ainley [CFN - Sala Principale>Ingresso] Il rimbombo è passato e la mezzelfa si china dopo aver effettuato qualche passo verso il centro dell'ampia sala per far scendere Ardet per terra. Un'ultima grattata dietro una delle orecchie a punta bordate di nero, prima di rialzarsi in eretta postura su ambo le gambe. Ha i lunghi capelli chiari raccolti in quella solita coda alta, pendenti sin poco sotto al di lei fondoschiena. Indossa una camicetta bianca, pulita, sovrastata da un corsetto nero che le cinge il busto sottolineando la curva dei finchi. Le lunghe gambe son avvolte in un paio di pantaloni, anch'essi bianchi, sopra i quali la cinta d'arme spicca di un castano scurissimo. Alla stessa, i foderi ad intrecciarsi ad altezza dei lombi, le due spade corte le cui impugnature le sbucano ai lati dei rispettivi fianchi. Sta per avviarsi in direzione dell'arena quando, nonostante la pioggia, il passo affrettato della guardia che sta tornando giù dallo studio di Talesin la distrae inducendola a volger lo sguardo sulla sua figura che le passa praticamente davanti. Lei non lo ferma, ma inarca un sopracciglio su quel viso segnato di occhiaie per poi decidersi e seguirne con fare più calmo il passo. Si fermerebbe pertanto sulla soglia dell'ingresso, subito dietro i militi, per poter assistere a quanto sta accadendo.
14:59 Valthiar [ CFN > Verso Studio ] Ha la pazienza di aspettare l’allontanamento della Guardia e, nel silenzio della propria mente, ripetere la storia che ha dovuto pensare per giorni interi. La verità è che il problema maggiore potrebbe giocarglielo il cuore, quello che batte ancora per sentimenti che, chiaramente, non sono ancora sopiti. Si tortura le labbra, guardando la punta dei propri stivali infangati come se non ci fosse niente altro di più interessante al Mondo. Poco dopo, però, percepisce un brusio concitato nei pressi della porta. Quando rialza lo sguardo incrocia il cenno del soldato a dargli il permesso di avanzare. Abbassa il cappuccio non appena è al riparo, armeggiando con le dita per sganciare l’attacco del mantello sotto al collo, raccandolo per sistemarlo su un braccio evitando, se non altro, che la scia umida della pioggia diventi un percorso fin troppo evidente. Non è ancora concentrato a sufficienza ed ecco perché nel guardarsi attorno, piuttosto distrattamente, coglie nel proprio campo visivo un volto. Una sensazione. Un colore biondastro che si nota prima ancora di tutto il resto. La testa si gira molto lentamente nella sua direzione, un’occhiata che sembra passeggera ma che, in un lampo, descrive una sorta di dolorosa sorpresa. La mascella si irrigidisce, esponendo con un guizzo i nervi del collo. Durerà un secondo solamente, niente di più, sostituendo la rigidità con un sorriso sottile, contenuto. Prosegue comunque dietro ai militari, un passo di distanza da loro. Non sembra aver fretta ma, d’altronde, non va nemmeno come una lumaca apposta. Preferisce non guardarsi più attorno, evitando di focalizzare la propria attenzione sul Salone o su qualsiasi altra cosa che ridefinisca tutto quel Castello come casa sua. Salirà poi le scale, al ritmo deciso dalla propria scorta, fin a fermarsi di fronte all’ingresso dell’Ufficio come se aspettasse un invito ulteriore ad entrare. Forse è questa la parte peggiore, quella che rende il sangue gelato ed il viso pallido e stanco. Vedere lui. Vedere Talesin.
15:11 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] E’ quando la porta si spalanca che può vedere quell’elfo altissimo, molto più del normale tanto da sembrare più un umano nella statura. Cerca di ricomporsi l’elfo mentre ne studia i lineamenti, con quegli occhi sorprendentemente simili a quelli del proprio mentore, Nalion. [Entrate, accomodatevi] lo invita cercando con tutte le proprie forze di mantenere un contegno che per ora gli impegna tutte le forze nervose possibili, ma colui che fu Nehinend potrà intuire una cosa che non ha mai visto negli occhi della Leggenda. Spavento, uno spavento tale che fa sì che la voce risulti tremolante, il respiro coro. Deglutisce e deglutisce ancora una volta, come se potesse così ingoiare quel groppo che lo soffoca. [Non mi interessa come vi chiamate, chi siete e tutto il resto, evitiamo i panegirici. Avete notizie di mia moglie avete detto. Perché lei non è qui?]
15:13 Ainley [CFN - Ingresso>Scale>Studio] Uno sguardo, quel sorriso sottile e poi lo sconosciuto passa oltre. La mezzosangue ne segue con lo sguardo l'incedere prima di rivolger bassa domanda alla guardia rimasta lì alla porta { .. chi è ? } seria. Quand'egli le spiega che si tratta di una visita a Talesin riguardo la moglie, la biondina non ha alcun indugio. Richiama Ardet con un basso fischio prima di puntare sulla rampa di scale secondaria. Una sorta di scorciatoia, non dovendo attraversare di nuovo la sala principale per arrivare al secondo piano, che sale di corsa con falcate che comprendono due gradini alla volta. Non dovrebbe aver alcuna difficoltà nel sopraggiungere, un po' affannata ma non priva di contegno, alla porta dello studio del padre proprio mentre l'elfo ne sta varcando la soglia. Così sgattaiolerebbe all'interno subito dopo, bloccando il richiudersi del legno poco prima dello scatto della serratura. Una leggera pressione e dovrebbe riuscire ad allargare il passaggio quanto basta per scivolar oltre lo stesso, Ardet ancor più furtivo di lei nel far altrettanto un attimo prima che la porta si richiuda definitivamente. Il tutto in tempo per udire le parole che la Leggenda rivolge al messaggero.
15:14 Ainley usa abilità: Armi e protezioni leggere
15:15 Ainley usa abilità: Agilità equestre lv1
15:18 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ] Gli sembra di essere diventato improvvisamente di pietra. Le gambe non rispondono agli ordini del cervello e, sebbene l’invito della Leggenda giunga puntuale, così come l’occhiata, lui si mette qualche secondo a reagire come dovrebbe azzardando il primo passo oltre la soglia aperta dell’Ufficio. Il profumo, l’odore di ogni cosa all’interno della stanza lo investe rapidamente come uno schiaffo. I ricordi sono li, ad affiorare uno per volta in una sequenza di flashback da togliere il fiato. Sta ancora stringendo il mantello con entrambe le mani ed è per quello che il biancore delle nocche può essere celato dalla stoffa, senza tradire quella prima –ovvia- reazione. Poi, prima ancora di aprire bocca, percepisce come un soffio di aria alle proprie spalle. E’ un movimento, perfettamente agile e sciolto. Ha il tempo di girarsi appena, quando basta per sbirciare oltre la propria spalla la giovane figliastra. Un contatto uguale al precedente, un indugio veloce sui suoi occhi verdi. Infine torna su di lui, sul marito. O, almeno, quello che era quando lui era una donna. Il problema di fondo è l’amore che le brucia ancora il cuore; la coscienza non è stata annichilita, non ancora, ed ogni emozione diventa difficile da nascondere. Prende un grosso respiro, raddrizzando la schiena. La pausa è lunga, esasperante, ma quando parla la voce ha la cadenza di un mormorio contenuto. [ Vostra moglie non tornerà. ] una verità scottante che rende la gola asciutta ed il sudore una carezza gelata. Il viso trasmette una certa rigidità, un contegno che ugualmente non riesce a contenere. Resta però in piedi, spalle alla porta, a poco più di un metro dalla scrivania. [ E’ intrappolata.. altrove. ] un’aggiunta che si sente di dover fare, tanto per dargli più dettagli. Il desiderio, che schiaccia le labbra come un bacio, è quello di potergli dire tutto. Ogni cosa. Qualsiasi cosa. E’ la paura a frenarlo, a renderlo tanto inquieto ed irrequieto quanto serio. Forse parlare meno può aiutare.. oppure tacere peggiorerà solo la situazione. Quel che è sicuro è che per ora non aggiunge altro, attende solo di veder sparire quella prima traccia di spavento che ha intravisto nei suoi occhi. Preferirebbe vedere rabbia, collera, piuttosto che quello. Il groppo alla gola stringe immancabilmente il respiro.
15:30 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] E’ solo un sospiro, che si soffoca a metà a quelle parole, prima che l’energia nervosa che l’aveva sostenuto sin’ora abbia la peggio. Non dice nulla, non una parola. Porta le mani alle tempie che sente pulsare, mentre sente come se una mano galata gli stringesse il cuore fino a farglielo scoppiare. Cade in ginocchio come un giocattolo rotto uno di quei burattini a cui hanno spezzato la schiena. Il corpo è percorso da un tremito univoco, ininterrotto, mentre i polpastreli vengono portati a stringere la capigliatura appena sopra la fronte tirandola forsennatamente fino a quando quelle ciocche non rimarranno insanguinate tra le mani dell’elfo, laddove il sangue comincerà a ruscellare copioso sul volto pallido, ancora coperto dalle mani, iniziando a gocciolare sul freddo marmo.
15:37 Ainley [CFN - Studio Talesin] Un nuovo scambio di sguardi sfuggevole e la mezzosangue, lì dietro, sposta il peso dall'una all'altra gamba in quell'attesa. Un'attesa che - anche se effettivamente non eccessiva - appare eterna e forse è questo che rende ancor più spiazzanti le parole proferite da Valthiar. Non manca la ragazza, dopo un primo attimo, cogliendo il movimento con la coda dell'occhio, di avvedersi del crollo emotivo di Talesin. Immediatamente, come in risposta ad un comando automatico, si sposta non per aiutarlo a tirarsi su. Si piazza direttamente di fronte all'elfo ad una distanza di un passo scarso, l'aria corrucciata e lo sguardo di smeraldo che si fissa negli occhi d'ei diretto e penetrante. Tenta di bloccargli la visuale, tenta di coprire il genitore in quel suo momento di debolezza, facendogli scudo con la propria persona, tentando di attirar su di sé tutta l'attenzione altrui { Intrappolata Dove ? } scandisce chiara quelle due parole, diretta, quasi aggressiva nel proprio modo di fare. Un tono che non ammette null'altro che non sia una risposta chiara e priva di ambiguità, così come la di lei postura, leggermente protesa verso ei, le mani che puntellano i fianchi mentre le gambe son leggermente divaricate.
15:38 Ainley usa abilità: Iniziativa migliorata
15:38 Ainley usa abilità: Intimidire
15:44 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ] Oh beh, doveva aspettarselo. Vederlo, però, è tutta un’altra cosa. Prima lo schianto delle ginocchia sul terreno, poi quei tremori evidenti che lo fanno sussultare. Niente da fare, è una cosa ancora troppo fresca perché possa ignorarlo. La coscienza vuole che sia il corpo a muoversi, uno slancio in avanti come se potesse sperare di frenarne la caduta – gesto frenato, chiaramente, dall’avanzata rapida di Ainley. Pallido come un lenzuolo, tremante tanto quanto lui. Le lacrime pungono gli occhi ed è solo perché sbatte rapidamente le palpebre che queste non scivolano giù lungo le guance. Passa da lui a lei, concentrando il sospiro in un sibilo carico di disagio. Intimidito, è ovvio. Elabora una verità che sia accettabile; la storia dal punto di vista maschile, come lui/lei l’ha vissuta al risveglio. [ Dentro di me. ] ma già alza le mani per poter prevenire ulteriore domande, per suggerirle una pausa affinchè sia lui a poter spiegare le cose come stanno. Con i suoi tempi, senza che nessuno gli faccia pressione. [ Stava morendo.. ho dovuto fare qualcosa per aiutarla. L’unica è stata accogliere la sua anima dentro di me.. ] gli offre la visione di quella notte, raccontata con meno dolore e con più razionalità. [ Ho i suoi ricordi. So tutto di voi. Di voi due intendo. ] ed ecco giustificato quello scintillio nello sguardo, quella commozione, quel dolore, che non può essere mascherato in alcuna maniera. [ Ed ho anche i suoi sentimenti. ] reclinando il viso per guardare lei solamente, più bassa ma non per questo meno minacciosa. Quel piccolo passo fatto in precedenza diventa una mezza falcata indietro, decisa a far capire che non ha alcuna intenzione violenta. [ Questo per spiegarvi che.. ] indicando con un cenno il crollo di Talesin, sia fisico che emotivo. [ .. è una cosa che la sta distruggendo. E me, di conseguenza. ] ora sono liberi di fare domande – o di cacciarlo in caso – ma ha chiarito una cosa importante: in qualche modo, almeno per ora, vive ancora.
15:45 Valthiar usa abilità: Improvvisare
15:48 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] E’ un crescendo impressionante, come se tutto il corpo della Leggenda fosse sconquassato da un dolore devastante, insopportabile che si esplica con un suono basso, che cresce di intensità fino a diventare un lamento straziante che sembra promanare direttamente dalle viscere dall’elfo [nooooooooooOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO], ripetuto all’infinito, mentre le unghie squarciano la pelle delicata delle guance, Per l’eccessivo dolore che prova in ogni fibra del corpo non riesce neanche a piangere a sfogarsi. Le sue uniche lacrime sono quelle di sangue, che continua a colare vermiglio imbrattando le vesti i pavimenti. E’ sordo. Non sente nulla di quanto pronunciato da Valthiar, neanche una parola. Non ne è capace in questo momento.
15:55 Ainley [CFN - Studio Talesin] { Eh ? } questa la subitanea reazione che la mezzosangue ha alle prime tre parole dell'elfo. Arriccia la punta del naso mentre le labbra si piegano in una smorfia. Ma non pone alcuna domanda a senso compiuto. Non ne ha modo e non solo per il gesto di Valthiar quanto per il suono emesso successivamente dalla Leggenda. Un lamento di diniego che termina in un urlo di disperazione. La biondina sussulta voltandosi a metà per gettar al genitore uno sguardo allarmato. L'atteggiamento minaccioso nei confronti di Valthiar evapora e, l'occhi spalancati, a malapena riesce a batter ciglio. Questo prima che la spiegazione di colui che è venuto a portar notizie le giunga alle orecchie a punta. Di scatto si volta di nuovo a fissarlo, le labbra leggermente schiuse, corrucciata { Che Cosa ? } alza il tono adesso, per la prima volta, forse in risposta al chiasso di Talesin, sul quale ella comunque torna un attimo dopo. Di scatto con un paio di passi lo raggiungerebbe per inginocchiarglisi davanti e tentare di stringergli con ambo le mani i polsi { .. fermati. Non fare così } mormorerebbe a lui, cercando di indurlo con la forza a smettere di ferirsi e allontanarsi le mani dal volto, inflessibile lei ora che le circostanze lo impongono.
16:03 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ] Quel lamento è persino troppo. Lo sente crescere nel petto con l’intensità di una coltellata, forte quanto basta da costringerlo a premere le mani sulle orecchie, anche se non per attutirne l’eco. Le palpebre si serrano con forza e, quando lei si allontana, lui di scatto si gira di lato per non potergli guardare più. Nessuno dei due in realtà. E’ piange. Silenziosamente, senza tremiti o sussulti. Una cosa curiosa da vedere, come un uomo si sciolga all’emozione di qualcun altro. Ma non è così. E’ la propria, quella che è stata fino al giorno prima. Si sente percorso da un brivido freddissimo che stringe lo stomaco in una morsa violenta. Il senso di nausea lo coglie impreparato e tutta quell’ondata di sentimenti e reazioni lo sconvolge a tal punto da fargli alzare la voce a sufficienza per farsi sentire da entrambi. [ Diamine,…! ] lo slancio di chi vorrebbe dire altro ma che riesce, a stento, a frenare tutto con un colpo di tosse. [ Devo andare via… ho bisogno di andare via.. ] un mormorio concitato, spento da quelle grida così alte ed insopportabili. Indietreggia, o almeno ci prova, tanto da poter raggiungere la porta. Senza preoccuparsi di indossare il mantello, ora come ora può anche correre sotto la pioggia senza sentire il freddo sulla pelle. Le dita cercano la maniglia con più concitazione, come se fosse rincorso dai cani infernali ed avesse poco tempo per scappare. Ha raccontato quello che doveva alla figliastra, sarà compito suo ripetere in caso anche al marito. Ora deve solo andare via da li, deve farlo quantomeno senza guardarsi alle spalle, senza pensare di stare facendo una boiata. Poi l’illuminazione. [ Ainley! ] un nome pronunciato con impeto, con forza. l’unico problema è che non la guarda. [ Costringilo ad ascoltarmi, ti prego.. ] cadendo in quella nota dolce che Nehinend non s’era mai fatta mancare. D’altronde lei è ancora lei, emotivamente trascinata in un vortice che appare senza fine.
16:13 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] La figlia riesce nel suo intento: riesce a togliere la mani insanguinate di lui, con ancora le ciocche strappate che si dipanano sottili tra gli interstizi tra le dita, dal volto della Leggenda, ma quello che vi potrà leggere è solo una cosa: il vuoto. Non c’è niente lì dentro. Lo sguardo è fisso nel vuoto. Non c’è più alcun lamento che gli scuote il corpo. Non c’è nessuno. Gli occhi, di solito brillanti del fuoco di due stelle buie di fuoco, sono spenti. Dal capo, reclinato verso il basso, continua a scendere a larghe gocce il sangue, che oramai ha formato ampie polle in terra.
16:18 Ainley [CFN - Studio Talesin] Una parte di lei capta l'imprecazione di Valthiar, le sue parole, il suo tentativo di allontanarsi. Non ha il tempo di reagire tuttavia prontamente, l'attenzione primaria a Talesin finché non è lo stesso Valthiar a chiamarla per nome. Un fatto che la lascia senza parole e la induce a volger il capo verso di lui, l'occhi sbarrati a fissarlo con incredulità e confusione insieme. Ci impiega un paio di secondi ancora prima di ritrovar la mobilità del proprio corpo e tornar a fissare il genitore che ancora sanguina, ma si è lasciato allontanare le mani dal viso e ora tien lo sguardo verso il basso, la sua espressione vacua sin troppo evidente { Padre } lo chiama, la voce bassa, confidenziale, cercando di catturarne l'attenzione { .. padre, ascoltalo } e nel mentre tentando, lasciandogli i polsi di tergergli il viso con i lembi della manica destra, la camiciola bianca che si tinge di rosso, così come son già sporchi i pantaloni di lei. Soltanto quando avrà una prova dell'attenzione paterna, allora si rivolgerebbe, senza voltarsi a guardarlo, all'elfo che un tempo era Nehinend { Chi sei ? } perentoria? Un pochino.
16:27 Valthiar [ CFN – Studio Talesin ] Il silenzio che proviene da Talesin è più eloquente di qualsiasi altra cosa. Lo conosce abbastanza da sapere cosa troverà non appena si girerà a guardarlo. Un’occhiata veloce, rapida e dolorosamente sorpresa di non vedere niente. Solo sangue. Tanto, troppo sangue. Le nocche sono ancora bianche, le dita aggrappate alla maniglia. Ha ritrovato un po’ di stabilità, un’influenza del tutto mascolina che annichilisce la volontà femminile di Nehinend. [ Suo cugino.. e Maestro. ] solo perché ha scelto il nome del cugino vero, rimpiazzando l’identità vissuta. “Maestro”, invece, ad indicare qualcosa della moglie che Talesin sapeva e che Ainley, forse, poteva solo immaginare. [ Ora non c’è altro da dire. ] un’aggiunta ulteriore, ferma è sicura – anche se non arrogante. [ Quando tuo Padre si sarà ripreso, e vorrete saperne di più, mi troverete alla Locanda. ] cercando di far scattare la serratura per poter spalancare lentamente l’uscio, senza ancora sparire. Sarà in quel momento che li fronteggerà entrambi, immobile accanto all’ingresso e con il mantello sostenuto dall’avambraccio; non gocciola più, in compenso però ha lasciato diverse impronte sul pavimento. [ Chiedete di me all’Oste. Mi chiamo Valthiar. ] concretizzando la propria vita, quella futura, dopo aver fatto un brusco accenno al passato. [ Sappiate che mi dispiace… ma non c’era altro modo per dirlo. ] l’accenno di un inchino un po’ troppo rigido, una buona scusa per abbassare lo sguardo –ancora lucido- fissando imperterrito il pavimento. Ascolterà eventuali repliche e, poco dopo, andrà a lasciarsi lo Studio alle spalle, scivolando all’esterno della stanza silenziosamente. Riprenderà la via per la Locanda poco dopo, distrutto tanto nell'anima quanto nel corpo. La storia, però, non è ancora finita.
16:37 Talesin_Telrunya [CFN/Studio Talesin] Le parole di Ainley non lo raggiungono non riesce a rendersi conto di ciò che lo circonda. Tutto ha i contorni sfocati di quegli occhi inespressivi, pieni di sangue. L’unica cosa che fa capire che sia ancora vivo è il corpo che ondeggia minimamente ma ritmicamente. Per il resto c’è solo un silenzio assordante che gli è deflagrato nel cervello e che gli impedisce ogni contatto con l’esterno. Non vede neanche Valthiar andare, non lo ode. Gli passano davanti solo i momenti felici vissuti con Nehinend, tutto ciò che tra loro c’era stato e che è andato perso per sempre, ma è come se fossero cristallizzati, fuori di sé, laddove sa che ancora lo aspetta un dolore che dovrà scontare. L’ha persa per sempre e lo dovrà affrontare. Ma dove è ora non c’è spazio per il dolore, solo per il silenzio e la confortante quiete della morte.
16:42 Ainley [CFN - Studio Talesin] Qualcosa di non detto, qualcosa di segreto, aleggia fra le poche frasi che il cosiddetto cugino di Nehinend proferisce in loro direzione. Tuttavia soltanto al suo ultimo dire volgerebbe di nuovo il proprio sguardo di quel verde scuro su di lui, su quell'elfo incredibilmente alto per un appartenente alla sua razza. Non si lascia sfuggire una parola, ma il messaggio che vuol mandare con quell'occhiata che potrebbe sembrar sul punto di sprigionare fulmini dovrebbe esser evidente. Non è finita. E' appena incominciata. E le spiegazioni saranno pretese forse prima di quanto egli creda. Da Talesin nessun segno, nessuna reazione a quelle nuove parole dette e la biondina torna a fissarlo. La preoccupazione che le trapela dallo sguardo tuttavia non le impedisce di esaminarne lo stato, sia psichico che fisico e soltanto quando ormai il silenzio è calato del tutto, infranto solo dal rumore della tempesta che ancor infuria all'esterno, mormorerebbe in un soffio { .. vieni, mettiamoci a letto: devo fasciarti questi graffi } per poi tentare di condurlo, di sostenerlo di peso se necessario, fino al suo letto per prendersene cura come meglio può.
 

Diario - a Ryner - ottava pagina

.:[ 19° giorno - 10° mese - 13° anno ]:.


Un'ombra.
Questo sono: l'ombra di quella che un tempo doveva essere Ainley.
Sai, credevo che, col passare del tempo, questa sensazione si sarebbe affievolita. Invece questo mondo, per quanto possa essere grande e pieno di misteri, continua ad apparirmi vuoto.
Questo nonostante il legame affettivo che condivido con mio padre. Dopo l'incidente le cose hanno preso una nuova svolta, ma non tanto per me quanto per lui. Circolano delle voci, voci spiacevoli che corrispondono al vero. Temo che questo suo comportamento potrebbe portare a una rottura, ma io non so se riuscirò mai ad accettare questo suo lato.
Il fatto è che credevo che lui e Nehinend fossero una di quelle coppie che più si avvicinano alla perfezione. Eppure lei non ha scritto, non ha fatto sapere nulla di sé da quando l'abbiamo lasciata ad Arborlon. Probabilmente è questo che ha spinto Talesin a cercare di compensare la sua assenza.
Continuo a ripetermi che non è affar mio, che è libero di scegliere con chi passare il tempo.. ma in fondo non riesco a farmene una ragione.
Passo molto tempo ad allenarmi, mi aiuta a non pensare, a far trascorrere un giorno dopo l'altro.
Ho anche chiesto ad uno dei Comandanti delle frecce qualche consiglio su come poter far obbedire Ardet a certi comandi elementari, per un giorno poterlo portare con me ovunque io vada senza preoccuparmi che si possa cacciare in qualche guaio.
Navly il suo nome. Sai, poco fa se ne è uscito con qualcosa che mi ha sorpreso: ha detto che non è necessariamente un male che io non ricordi, che probabilmente è meglio così e che devo iniziare da qui per costruirmi nuovi ricordi e una nuova vita. Fin'ora nessun altro pareva del mio stesso punto di vista - Talesin escluso - ed ora scopro che almeno una persona sembra pensarla come me. La sua compagna poi è stata abbastanza gentile.. ha anche lei una volpe rossa e a quanto pare mi conosceva prima di... hai capito.
Tutto sommato potrei provare a instaurare un qualche tipo di rapporto con quei due.
Ti farò sapere.

Diario - a Ryner - settima pagina

.:[ 30° giorno - 9° mese - 13° anno ]:.


Caro Ryner,
è ormai passata un'intera settimana da quando abbiamo accusato il primo attacco per mezzo delle creature di metallo di Antrax. Una settimana trascorsa a letto.
Sì, sono stata ferita. Ero sulle mura e uno di quegli strani raggi luminosi ha fatto esplodere la pietra dei merli e colpito la catapulta alla quale mi ero posta in difesa. Le macerie mi hanno schiacciata e credo che il milite che era con me ne sia uscito anche peggio.
In un attimo sono ripiombata indietro, all'esperienza che è stata la causa della mia amnesia. Talesin si è subito precipitato al mio fianco ed è come se fosse crollato. Era preoccupato per me. I miei ricordi sono abbastanza confusi, non ho modo di descrivere con chiarezza i fatti di quella notte o quella conversazione padre-figlia.
Ciò che ricordo con chiarezza è il dolore e il senso di soffocamento.
Sono stata quasi presa dal panico mentre tentavo di liberarmi, senza riuscirci.
E avrei ceduto ad una crisi isterica se fossi rimasta sola in camera mia, per questo mio padre mi ha permesso di restare da lui. Deve aver intuito qualcosa del mio stato d'animo di quella notte, sebbene non ne abbiamo parlato affatto.
Ma la cosa più sorprendente è avvenuta dopo la visita delle due giaritrici.
Non so se me l'abbia mai detto in precedenza, ma per me è stata la prima volta dal mio ritorno in cui mi abbia detto le parole "Ti voglio bene".
Siamo padre e figlia.
Siamo una famiglia.
Ho trovato il mio posto in questo mondo.