domenica 16 marzo 2014

I fatti e non le parole


Ainley [Stanza – Locanda] Richiude la porta dietro di sé con un tonfo sordo, lasciando che sia la forza impressa dal proprio movimento a far scattare la serratura al suo posto. Ormai è sera inoltrata e l'unica fonte di luce in quella camera filtra appena dalle vetrate della finestra. Il letto è sfatto ma ella vi passa accanto senza farvi caso, il passo deciso che tradisce una nota di stanchezza. Espira dalle labbra, uno sbuffo e liberatasi del mantello lo lascia ricadere sulla sedia accostata al piccolo tavolino da ella usato come scrittoio. Su di esso alcune carte son sparpagliate ed una candela è mezzo consumata. Un lume al quale ella si avvicina per poi armeggiare quel poco che le basta ad accenderlo. La nuova fonte di luce mette in evidenza per quel poco di tempo che ella vi si sofferma sopra, i lineamenti stanchi di lei, quelle occhiaie che profonde sembrano voler somigliare sempre più alla tinta scura dei suoi capelli. Nere ciocche setose raccolte in una coda alta a penderle dietro la schiena, sfiorando la bianca camiciola stretta in un corsetto nero come neri son anche i di lei pantaloni. Il suo 'passo' successivo è quello di iniziare a slacciarsi la cinta d'arme di dosso, il tutto nel silenzio infranto solo dal ticchettio degli artigli di Ardet sul legno del pavimento.
Ryner [Corridoio] Tre i rintocchi effettuati dalla mano destra contro le assi di legno della porta della stanza di Ainley, situata al primo piano della locanda di grimpen ward. Riabbassa la mano al fianco e attende, immobile. L'altezza è nella media, le spalle squadrate, se ne sta in posa leggermente impettita davanti all'uscio della stanza della mezz'elfa in attesa di un qualche cenno di vita dall'interno. Indossa una camicia nera sovrastata da un giustacuore in cuoio bollito ed un paio di calzoni in pesante telo scuro tenuti su da uno spesso cinturone, lo stesso al quale sul fianco destro è allacciato un grosso coltellaccio dal manico d'osso. Sulla spalla sinistra c'è la tracolla di una bisaccia piuttosto profonda, dalla cui apertura escono le else di un paio di spade. I capelli sono in ordine, lo sguardo è vispo e acceso, i lineamenti del volto insolitamente rilassati.
Ainley [Stanza – Locanda] Non fa in tempo a finire di slacciarsi la fibbia della cintura che i tre rintocchi all'uscio la fan bloccare, voltando il capo e lo sguardo verso di esso. Anche la volpe rossa ha medesima reazione, le orecchie dritte a captare qualunque suono segua quella direzione. Con uno strattone finale la mezzelfa riesce a liberarsi dell'intoppo della cinta e la poggia a quella stessa sedia lì accanto, prima di muoversi di nuovo, tornando sui suoi passi. Gli stivali rinforzati rintoccano sul pavimento ad ogni passo, finché ella non si arresta dietro l'anta e avvicina la mano destra guantata alla maniglia. Una rapida rotazione del polso e la maniglia scatta, permettendole di aprire un varco che non si allarga di molto, solo quel che le basta per inquadrare nel proprio campo visivo il volto dell'umano fermo dall'altro lato. Incrociandone gli occhi, i suoi – di un intenso verde scuro – si spalancano appena tradendo un accenno di stupore, subito sfumato in una neutra serietà { Posso fare qualcosa per te ? } gli domanda, atona, impersonale, stagliandosi sulla porta.
Ryner [Stanza - Locanda] Attende in religioso silenzio sino a quando la porta non si apre rivelando dietro di essa la sagoma della mezz'elfa. Gli occhi la percorrono sommariamente prima di andare ad incrociarne lo sguardo. Ne studia l'espressione mentre le parole di lei gli si rovesciano nelle orecchie. Il labbro superiore trema impercettibilmente mentre il naso si arriccia per una frazione di secondo. Allunga la mano destra in un vago cenno verso la stanza, con il palmo rivolto verso l'alto. <Posso entrare un minuto?> Domanda, guardando per un secondo con aria vaga l'interno della stanza prima di riportare lo sguardo sugli occhi di lei. <Ti rubo giusto un minuto.> Sembra quasi volerla rassicurare, sebbene il tono non differisca molto da quello che adopera lei.
Ainley [Stanza – Locanda] Le puntute fra quelle ciocche scure fremono appena alle parole di Ryner, mentre mantiene quell'aria quasi sostenuta. Non dice nulla ma si fa da parte, con un passo indietro ruota appena su sé stessa profilandosi alla stanza e all'umano, lasciandogli libero il passo nel dischiudere maggiormente l'anta. Un vago cenno della mancina ed ecco l'invito ad entrare, distogliendo lo sguardo da lui per scoccar un'occhiata veloce alla stanza: nonostante il letto e ciò che si è tolta di dosso entrando, di per sé non sembra una camera vissuta. Il suo bagaglio è posto appresso alla parete accanto al letto, mezzo aperto è vero ma rigonfio. Ardet che si è accostato al tavolo lì se ne sta seduto dritto, fissando il nuovo arrivato con quei suoi occhi vispi e la bandana intorno al collo. E lei, be', a parte la linea dei fianchi fin troppo esile accentuata da quel corsetto – abbigliamento del tutto diverso da quello dell'ultima volta – appare ancora particolarmente pallida, quasi tormentata nell'espressione del viso.
Ryner [Stanza - Locanda] Attende il cenno di lei prima di fare il paio di passi necessario ad entrare nella stanza della mezz'elfa. distoglie da lei lo sguardo per farsi una rapida panoramica della stanza, prima di posarsi sul letto. Ci si avvicina mentre la mano sinistra sfila dalla spalla la tracolla. appoggia la bisaccia sul letto e la abbandona lì. Si gira dunque verso di lei, inspirando profondamente. Ne cerca lo sguardo prima di tornare a parlarle, con tono di voce relativamentte tranquillo. <Qui ci sono le tue cose. Le tue due spade, il tuo diario e qualche altra cosa.> Dichiara, alludendo alla bisaccia che le ha lasciato sul letto. <Cercherò di essere rapido e conciso.> Annuncia. <Ho letto il tuo diario... Mi duole per ciò che ti è accaduto... Ma credo che anche tu, in cuor tuo, sappia quanto poco avrei potuto fare stando le cose come stavano... Senza sapere alcunchè.> Cerca di farla corta, sollevando lievemente il palmo della mano destra per farle cenno di attendere un secondo prima di continuare. <Tu dai la colpa a me per non esser venuto a salvarti, io la dò a te per esser sparita senza sapere dove saresti andata così che in un'eventualità simile potessi fare qualcosa e alla gente di cui ti circondi, che mi conosce e non mi ha detto alcunchè.> Si stringe nelle spalle. <Le cose stanno così... Quando, se mai succederà, smetterai di vedere me, e non la situazione, come il colpevole di tutto... Oramai sto qui in modo stabile.> Si stringe nlle spalle.
Ainley [Stanza – Locanda] Lo osserva avvicinarsi al letto e lasciar lì quella bisaccia ricolma di oggetti. Meccanicamente si muove per far quel passo avanti e riaccompagnare la porta a ruotare sui cardini, richiudendo la porta nel momento in cui anche l'altro si volta. Fa scivolar via la mano e ne ascolta al contempo il dire, incrociando le braccia sotto il seno mentre altalena lo sguardo da lui alla borsa sul letto e viceversa. Lo lascia parlare ma le labbra le si delineano in una smorfia serrata, premute le une sulle altre in una linea sottile, corrugando la fronte in un'espressione che si avvicina molto all'essere corrucciata. Quando egli infine si stringe nelle spalle segue una manciata di secondi di silenzio ancora, la luce fioca che proietta sulle pareti ombre danzanti. Nel momento in cui ella tuttavia si decide a parlare, la sua voce ha una tonalità meno impersonale, più greve { Nonostante ciò che ti ho detto non ti incolpo per quel che mi è successo.. ma mi è difficile provare a capire } ne cercherebbe ostinatamente lo sguardo { .. quindi spiegamelo tu. Come mai sei qui ? }
Ryner [Stanza - Locanda] smandibola leggermente nell'inclinare leggermente la testa verso destra. la studia, ne osserva le espressioni facciali nella penombra dlela luce baluginante delle candele. <Non c'è molto da capire.> Spiega risoluto, scuotendo lievemente il capo. <E' passato il tempo che è passato, ma sei sempre importante per me.> Spiega, andando dritto al punto e tagliando corto. <E sebbene avere io le tue cose possa fornire un ottimo motivo per venire da me... Preferisco che, se mai tornerai a bussare alla porta della stanza> fa un cenno vagov erso l'ingresso <Sia per altro. E poi...> Sospira, abbozzando un mezzo sorriso <Occupano spazio, mica me le posso scarrozzare per un altro anno e mezzo.> Cerca di sdrammatizzare, facendo un paio di passi con l'intento di aggirarla.
Ainley [Stanza – Locanda] Come lui le dona risposta, le sopracciglia di lei si sollevano entrambe verso l'alto, sfiorando alcune ciocche del ciuffo che le pende lento dalla fronte. Ne esamina brevemente la figura da capo a piedi, tornando a intercettarne lo sguardo scuro solo per assumere un'aria fra il contrariato e il confuso. Con un passo a lato gli si piazzerebbe davanti, le braccia ancora conserte che si mantengono tali nonostante si stagli sul suo cammino a quel modo { Non sarò io a venire a cercarti, quindi se hai intenzione di startene ad aspettare di là senza far niente faresti meglio a dirmi quel che voglio sapere adesso, prima che io lasci questo posto } dura, diretta nonostante la voce comunque moderata, quasi bassa. La tensione nei di lei lineamenti potrebbe esser tradita dal modo in cui le dita di lei sprofondano nelle maniche della camicia che indossa, oppure dalla piega delle spalle { Quelle } indicando le cose che le ha riportato con un cenno del mento { potevi tenerle. E per quel che mi riguarda, non è certamente un mistero ciò che provo, se davvero hai letto quelle pagine .. quindi forse quello un po' più chiaro dovresti essere tu } ed ecco sciogliere la posa di quelle braccia per allargarle abbastanza da posarsi ambo le palme sui rispettivi fianchi { Non ho finito } lo interromperebbe sul nascere a quel modo quindi, prima di continuare { Ripartirò domattina: non ho altro tempo da perdere qui. Torno a casa, al lago. Semmai ti dovessi render conto di voler far parte di qualcosa di più di questo, puoi venire a cercarmi } afferma, abbozzando un semplice accenno di sorrisetto mentre fessurizza l'occhi verdi { Ho smesso di dar peso alle parole, Ryner. Credo che tu possa capirlo meglio di altri. Se vuoi dimostrarmi qualcosa puoi farlo, non sarò io a impedirtelo } e soltanto poi, con una leggera rotazione del busto, accennerebbe a lasciargli di nuovo il passo, ma non prima di rivolgergli un'ultima domanda segnata da un velo di sarcasmo { .. in fondo la vita di un avventuriero è piena di rischi e mosse azzardate, no ? }
Ryner [Locanda - Stanza] si ferma quando lei gli si para davani, sollevando la mancina e portando indice e pollice al seo nasale, chiudendo gli occhi per un paio di istanti mentre la ascolta. la lascia finire, senza interromperla, prima di lasciar scivolar via la mano sinistra dal viso, così che essa ritorni a ciondolare al proprio fianco. < Tempo da perdere? > Domanda, sollevando gli occhi e puntandoli su di lei. < E che hai da fare al lago di così importante? > Chide, restituendo la medesima indisponenza che gli vien riversata contro. < Grazie della gentile concessione. > Commenta amaro, scuotendo il cepo e cercando di aggirarla per avvicinarsi alla porta della stanza.
Ainley [Stanza - Locanda] Pare che quella reazione da parte dell'umano non se l'aspettasse, tant'è che si ritrova a spalancare di un po' ambo gli occhi verdi, le sopracciglia che biondicce si sollevano verso l'alto a sfiorare alcune ciocche scure { Cos'ho da fare .. ? } ripete quasi meccanicamente, non fosse per una nota di incredulità nella voce che par quasi esagerarne il tono interrogativo. Le labbra permangono schiuse una manciata di istanti ancora prima di venir serrate nel momento in cui il di lei sguardo si discosta dalla figura dell'umano. Lo punterebbe con una qual certa esasperazione verso la finestra dall'altro lato della stanza senza aggiunger verbo per quel poco che riesce, mentre lascia scivolar le braccia lungo i fianchi. Questo prima di scuoter il capo moro in un movimento che si ripercuote sulla lunga chioma che le si riversa dietro le spalle { Cosa ti aspettavi Ryner ? } gli chiederebbe a quel punto, tornando a scoccargli uno sguardo fessurizzato da palpebre pesanti { E' passato moltissimo tempo ... non sono più la stessa persona e forse l'avrai capito se non dal mio aspetto, dal diario ... anche tu sei cambiato. Lo vedo. } un passo indietro e incricerebbe di nuovo le braccia sotto il seno { Ma lascia che ti dica una cosa: se vuoi qualcosa a questo mondo, devi svegliarti e andare a prenderla, senza aspettare che ti cada ai piedi come un dono dal cielo .. perché il cielo di doni non ne fa a nessuno. Se li prende e ti lascia un vuoto incolmabile al loro posto } lo guarda con occhi di un verde smeraldo scuro, tetro così come lo è la di lei espressione, contornati di occhiaie profonde.
Ryner [Locanda] Apre la pora con la sinisra e la iene apera menre gira quel anto che basa da poerla guardare di nuovo. < Certo che sei cambiata. > Mormora col tono di chi sta dicendo qualcosa di ovvio. < E ovviamente anche tu lo sei. Non mi sono fatto altre idee. > Si stringe nelle spalle, prima di umettarsi le labbra. < Mi aspetto che questo lo capisca anche tu. Tuttto qui. > Spiega < Non si recupera un rapporto di qualunque genere da un momento all'altro, dopo un solco così profondo. Mi aspettavo una distensione sufficiente da poterlo colmare, riabituandoci alla presenza dell'altra persona a questo mondo. > prosegue poco dopo, prima di fare una pausa di un paio di secondi, che riempe con un profondo sospiro. < Hai tutta la notte per riflettere sull'urgenza delle questioni al lago. Se domani non ci sarai... ti auguro un buon viaggio. Davvero. > Lo dice quasi con serenità, mentre varca la soglia.