.:[ 27° giorno - 1° mese - 14° anno ]:.
Sono trascorse meno di dodici ore da quando il fuoco si è spento.
Ho passato la notte a guardarla bruciare, quella torre in cui mi hanno tenuta prigioniera per mesi e mesi.
Sono incappata quasi per sbaglio in quella radura ma non ho potuto non riconoscere quella costruzione, appena mi sono avvicinata abbastanza da poter cogliere i vari indizi sparsi in giro.
La fredda pietra grigia si stagliava sin troppo austera verso il cielo e in un attimo è stato come se non fosse cambiato niente. Il cuore, il mio cuore mi si era bloccato in gola.
Ardet stesso si è rifiutato, come Runya, di avvicinarsi troppo.
Quei ricordi, i primi ricordi che ho della mia vita, sono tornati a tormentarmi ad occhi aperti e il suono della voce del mio aguzzino mi ha riempito le orecchie nonostante il luogo fosse deserto, disabitato.
Per me è stato troppo.
In meno di due ore mi sono procurata dei barilotti di pece ed ho regalato alle fiamme l'oggetto dei miei incubi più tetri. La sala delle torture, le prigioni, gli alloggi.. tutto.
Ormai è solo cenere in mezzo ad un cumulo di macerie: un pezzo del mio passato che vorrei dimenticare altrettanto facilmente. Magari fosse così semplice.
Non sono riuscita a dormire. Sono rimasta a fissare il fuoco dalla sommità della collina vicina, finché il ruggito delle fiamme non si è ridotto a un fioco sussurro. Poi me ne sono andata.
Non so ancora da che parte dirigerò ora i miei passi, non ho avuto modo di ragionarci con lucidità, ma farò il punto della situazione al Lago Arcobaleno. Ho bisogno di consultare una mappa e dovrebbero essercene nello studio di mio padre.