mercoledì 21 agosto 2013

Diario - a Ryner - quarta pagina

.:[ 21° giorno - 8° mese - 13° anno ]:.


Sai, non è ancora sorta l'alba.
Quasi ogni notte, nonostante l'ippocratico che mi ha suggerito di prendere mio padre, non riesco ad avere un sonno continuo e sereno per intero. Questa volta mi sono svegliata urlando tanto da far uggiolare Ardet nel suo angolino.
Non l'avevo ancora sentito piangere a causa mia.
Io stessa me ne sono accorta dopo un po' che fissavo le ombre proiettate dalla luce della luna sul pavimento. Tremavo, come se avessi freddo, ma non era così nonostante le gocce di sudore che sentivo incollarmi addosso la stoffa della veste.
E' stato di nuovo l'incubo peggiore. L'incubo che non riesco a ricordare mai del tutto.
La quiete della notte se non altro mi aiuta ogni volta a calmarmi: il suono del vento, il richiamo dei grilli.
Mentre ero fuori, sul balcone ad osservare il cielo, potevo seguire l'avvicendarsi delle nubi mentre la luna piena, coi suoi pallidi raggi continuava a far capolino da qualche fessura.
Mi è venuto da pensare alla parte di me legata al passato. Quella parte che rappresenta tutto ciò che sono stata prima di perdere la memoria e che tutt'ora non riesco a riportare a galla. Probabilmente, essa la potrei paragonare a questa luna. Ora è coperta da spesse nubi scure come la notte in cui sono avvolte, ma prima o poi passeranno e lei tornerà a brillare.. almeno credo.
In realtà non ho avuto ancora alcun sintomo di ripresa in quel senso.
Forse, quella parte di me di cui non ho memoria era troppo legata a te. Forse non tornerà mai a splendere perché è morta con te e ricordare significherebbe una sofferenza tale da impedire al mio inconscio di affrontarla. Chissà se lei sa' cos'è accaduto realmente..